sabato 6 febbraio 2016

Bacca tiro, gol (e Dio) Vita e miracoli di Carlos che ha rialzato il Milan e si lascia dietro Messi (La Gazzetta dello Sport)

I rossoneri rincorrono la zona Champions aggrappati ai gol del colombiano che ha percentuali superiori a Leo e CR7

Il pianeta Milan ha finalmente trovato la stella attorno alla quale orbitare per
trarre energia e luce. Per una squadra che da anni combatte nel buio di una difficile ricostruzione, l’energia e la luce sono i gol. E Carlos Bacca i gol li fa con una semplicità disarmante. Il colombiano è stato stella cometa a inizio stagione, quando un Milan impacciato lo seguiva per raggranellare qualche punto anche se il gioco era deludente, ed è stella polare adesso che i suoi gol  brillano e illuminano una squadra che nel frattempo è cresciuta raggiungendo una buona compattezza e un impianto
di gioco soddisfacente. Bacca è il punto di riferimento del Milan per la sua essenzialità: è uno specialista, vive per il gol e ogni suo movimento è finalizzato a quello. Prova a dialogare con i compagni, si sforza di rientrare a metà campo, comprende che nel calcio moderno gli attaccanti sono i primi difensori. Ma lui è la sublimazione di un ruolo che di recente qualcuno ha provato a far scomparire. Invano: non ci sono falsi nove che tengano, il centravanti non morirà mai.
NATO PER SEGNARE  
Mercoledì sera a Palermo Bacca si è arrabbiato per lo scippo di Niang, che ha preteso di tirare il rigore al suo posto: non solo il normale egoismo dell’attaccante, ma anche la difesa del suo compito naturale. Carlos è nato per fare gol, è il suo lavoro e lo interpreta in modo maniacale anche per  ringraziare della fortuna che ha ricevuto. Cresciuto in una famiglia povera, costretto a dare una mano da ragazzino per portare due spiccioli a casa (ma ha sempre smentito di aver venduto il pesce con il padre: faceva il controllore sugli autobus), Carlos ha saputo sfruttare il talento che il Signore gli ha dato. Ecco perché esulta sempre inginocchiandosi e indicando con le dita il cielo: «Dio mi ha regalato le qualità per giocare a calcio e per questo ogni volta che segno alzo le braccia al cielo – ha raccontato tempo fa –. Dio mi ha mostrato la strada». Una strada da percorrere ad alta velocità. E in effetti in una squadra costruita come il Milan il colombiano è simile all’ultimo staffettista della 4X100: il compito dei compagni è consegnargli il testimone (il pallone) il più rapidamente possibile e poi lasciare che sia lui a fare la differenza scatenando le sue notevoli qualità.
LA FAMIGLIA E LA RELIGIONE
Veloce e devastante in campo, sereno e riservato fuori. Bacca ha scelto di vivere in una grande  casa a Trezzano sul Naviglio perché ama la tranquillità. I suoi genitori Eloisa e Gilberto stanno  ancora in Colombia, con Carlos ci sono la moglie Shayira e i figli Carlos Daniel (6 anni) e Karla  Valentina (3, compiuti il giorno del derby: festeggiamento con gol). Entrambi i bambini portano il nome del papà, che ha voluto sottolineare anche così l’importanza che dà alla famiglia. Bacca conobbe Shayira nel 2004 giocando in una squadra che era di proprietà degli zii della ragazza. Tra i suoi compagni c’erano anche i cugini di Shayira. La coppia, che si è ambientata bene sia a Bruges sia a Siviglia prima di approdare a Milano, è molto religiosa: Carlos e Shayira sono cristiani evangelici, leggono spesso la Bibbia insieme e ascoltano anche musica religiosa. Quando escono a cena, scelgono ristoranti di pesce. Quando stanno a casa, il calcio è una presenza importante perché il piccolo Carlos Daniel sfida il papà con il pallone in giardino oppure con la playstation.
LA STRISCIA DI IBRA
Questo è  naturalmente il periodo dei paragoni. Si dice che Bacca abbia la capacità di Inzaghi di smarcarsi nell’area piccola, i movimenti di Crespo, il calcio secco e preciso di Shevchenko. E così via. Di sicuro sta facendo sognare i tifosi del Milan come i grandi cannonieri del passato. Come Zlatan Ibrahimovic, l’ultimorossonero a segnare in 5 partite consecutive. Ibra, tra campionato  e Champions, arrivò addirittura a 7 gare di fila; Carlos, tra Serie A e Coppa Italia, è a quota 5 ma la striscia è aperta e le difese di Udinese e Genoa (prossimi avversari) non sono imperforabili.
IL PESO DEI GOL
C’è poi un altro aspetto, tutt’altro che secondario. Gli attaccanti, si sa, non fanno distinzioni: per loro tutti i gol sono indimenticabili. I cannonieri sono dei collezionisti: ogni gol racconta una storia, porta con sé un segreto. In rovesciata o a porta vuota, con la rabona o di punta da un centimetro, il gol è sempre bellissimo perché ogni volta è una conquista. Quindi li contano, soprattutto. Le società,  però, devono anche pesarli per scoprire quanta incidenza abbia un giocatore sui risultati. Bacca incide tantissimo. Finora ha segnato 12 reti in Serie A: 8 sullo 0-0, una sull’1-1,  una sul 2-2, e altre due teoricamente «inutili» per il punteggio. Ma può mai essere inutile il gol del 2-0,  quindi della sicurezza, in un derby? E allora resta solo il contropiede dell’Olimpico contro una Lazio già squassata da   Bertolacci e Mexes: eccolo l’unico centro che non ha prodotto effetti sulla partita. Anche in Coppa Italia (2  gol ) l’andazzo non cambia: rete del raddoppio contro la Sampdoria e dell’1-0 contro il Carpi (così diventano 9 i gol sullo 0-0)
PICCHIARLO? MICA FACILE
Dall’analisi dei dati di Bacca, emerge l’inesorabilità delle conclusioni: 12 gol con 24 tiri nello specchio, facile calcolare la media. E la precisione: solo 9 volte non ha centrato la porta. Nel rapporto tiri in portagol, Bacca (50%) stacca Higuain (43%), ma anche Messi (32%) e Cristiano Ronaldo (35%). Picchiarlo non è facile (appena 0,74 falli subiti a incontro: quasi la metà della media delle punte del campionato), perché Bacca pascola per il campo in cerca di spazi e di solitudine. Esce dai radar dei difensori e quando riappare è letale. Tutti i gol di Carlos sono nati nell’area, la maggior parte addirittura tra il dischetto del rigore e la linea di porta. Lì dove la differenza non la alleni: è dentro di te, semplicemente. Si chiama talento.
Di G.B. Olivero

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